È finita la batteria. Panico. Non me ne sono accorto. Deve ancora partire il treno per un viaggio di poco più di 4 ore e la batteria è già a terra. Sparo le ultime cartucce: una mail, un messaggio in chat: “Non mi cercate, mi faccio sentire io, addio è stato bello…”. Poi il nulla. Il telefono mi abbandonerà completamente appena fuori Milano. Sconnesso.
Il primo pensiero e ringraziamento va a Trenitalia per la totale assenza di prese elettriche, come se un treno normale e non ad alta velocità non ne fosse degno. Poi realizzo che musica, letture, indirizzo dell’albergo e cartina per raggiungerlo era tutto online e quindi tutto inaccessibile. Se non fosse stato per una rivista cartacea che avevo in borsa (ma solo perché non dispone ancora di relativa app Android) e per il tassista che conosceva l’albergo… sarei ancora disperso (e terribilmente annoiato).
Ho passato 4 ore in crisi di astinenza. Astinenza da smartphone, ma forse meglio dire astinenza da internet. Un viaggio disconnesso, una piccola “odissea offline” durante la quale, fra le altre cose: non ho potuto twittare meritati insulti alle ferrovie dello stato, scrivermi un appunto relativo ad un articolo interessante che stavo leggendo, scegliere dove andare per cena (senza contare tutte le questioni relative al lavoro). Tutte attività che davo per scontate e per cui mi veniva più che naturale, ogni volta, andare a cercare il telefono nelle tasche.
Crisi di astinenza da internet non tanto causata dal blocco delle comunicazioni. Non ho “sofferto” il fatto di essere disconnesso dal mondo (meno che mai dai social network), ma della mancanza di parecchie “funzionalità” che ho completamente delegato al web. Lavoro, intrattenimento, informazione, organizzazione eccetera per quanto mi riguarda, ormai, viaggiano al 100% in rete.
Ah, per la cronaca, questi erano i miei vicini di scompartimento:
- signore in giacca e cravatta con iPhone fisso in mano per ascoltare della discutibile musica italiana di altri tempi e inviare SMS in continuazione,
- coppia di turisti che hanno letto tutto il tempo una rivista su iPad,
- uno che dormiva,
- ragazzo che ha giocato tutto il tempo con l’iPhone e ha smesso solo per rispondere ad una chiamata che… gli è arrivata su un buon vecchio old-fashioned Nokia in bianco e nero con schermo misurabile in unghie (neanche in pollici) e batteria praticamente eterna.
La sensazione provata è la stessa già conosciuta quando va via la corrente in casa e ci si rende conto di non poter fare più quasi nulla.
Se sia un bene o un male non saprei, ma pensando a quanto questa “transazione al web” sia stata inconscia e comoda tenderei a dire che abbiamo solo da guadagnarci, sempre ricordandoci i caricabatterie.