Hai visitato un e-store famoso, ma non hai ancora concluso l’acquisto né tanto meno ti sei registrato come cliente. Ora ti ritrovi la pubblicità di quell’ecommerce ovunque sulle pagine che visiti, a volte anche in modo estenuante.
Non si tratta di pura coincidenza, né di una strana capacità del browser di riconoscere le tue esigenze, ma è una pratica di web marketing poco nota ai profani e che è riconosciuta con il nome di retargeting.
Per spiegare cosa sia il retargeting, perché siti molto famosi come Amazon ne facciano uso e come il tuo sito possa trarne in qualche modo beneficio, ho pensato di redigere una mini-guida in due post e di condurti per mano alla scoperta di questa modalità di web advertising.
Cos’è il retargeting in breve
Prima di tutto, il retargeting è spesso indicato negli ambienti di web marketing con il termine remarketing e nasce da un’esigenza molto semplice: per quanti sforzi si possano compiere, la maggior parte dei siti, anche quelli più famosi, riesce a convertire alla prima visita solamente il 2% del traffico in ingresso.
Una percentuale davvero esigua se ci pensi bene, che può assumere un valore differente a seconda del sito che stai considerando e del suo traffico web. Il 2% su un ecommerce come Amazon non è certo poco e non può essere paragonato al 2% di un sito di vendite online più piccolo o appena pubblicato. Indipendentemente dal traffico web considerato, convieni con me che tale percentuale è comunque modesta per qualsiasi attività online e non è proporzionale agli investimenti profusi per il mantenimento del business interessato.
Bisogna quindi trovare una soluzione efficace al problema e la risposta all’esigenza di un conversion rate maggiore deriva proprio dal retargeting.
Come funziona il retargeting e che risultati garantisce
Il retargeting è un modo per invogliare chi ha visitato il tuo portale a tornare sul sito, cercando di ottenere una seconda opportunità di conversione durante la visita.
Ogni volta che si visita un sito viene rilasciato al browser un cookie anonimo, che segue l’attività del visitatore specifico sul web. Successivamente, i visitatori non convertiti vengono tracciati dal cookie e durante la navigazione sul web vengono mostrati loro i banner pubblicitari del sito che ha rilasciato i cookie di tracciatura.
Questi banner compaiono su pagine non correlate al sito che ha rilasciato il cookie e la pubblicazione dell’annuncio è mediata da un fornitore di retargeting che ti garantisce che il banner relativo al sito specifico venga mostrato solo agli utenti che hanno già visitato quel sito e non ad altri.
Il retargeting ha una buona percentuale di successo, riesce ad aumentare le conversioni e presenta un ROI più elevato rispetto ad altre forme di campagne marketing, semplicemente perché ti permette di focalizzare gli investimenti pubblicitari direttamente su utenti che hanno già familiarità con un brand e ne hanno già visitato di recente le pagine.
L’aspetto positivo del retargeting è poi l’opportunità di sfruttare questa pratica advertising per qualsiasi tipo di necessità. Fino a ora, ti ho fatto l’esempio di un portale ecommerce per comodità e semplicità esplicativa, ma non è detto che il Retargeting non possa essere applicato anche ad altre tipologie di business. Ad esempio, puoi pensare di utilizzare il Retargeting sui tuoi siti dove vuoi aumentare le iscrizioni degli utenti (ad esempio a un servizio o a una newsletter) e, in generale, su qualsiasi sito dove vuoi che l’utente compia una specifica azione, nell’accezione più estesa del termine conversione.
Nel mio prossimo post ti svelerò come integrare nel tuo sito web il codice per una campagna di retargeting e a quali provider puoi rivolgerti per una gestione semplificata dell’intera iniziativa di web marketing.
Stay tuned!