Il mercato della pubblicità online ha subito radicali cambiamenti nel corso degli anni, il Performance Marketing rappresenta una delle innovazioni più interessanti introdotte: le aziende possono accedere ai servizi di advertising remunerando le proprie campagne sulla base dei risultati ottenuti.
Sostanzialmente si tratta di un modello di business che può risultare win-win: il fornitore del servizio ottiene un guadagno in base ai risultati raggiunti che vengono regolarmente tracciati e misurati in tempo reale.
Vediamo quali sono le tipologie di campagne più diffuse:
- Campagne CPS (Cost per Sale): remunerazione basata sulla vendita (es: un ecommerce di elettronica)
- Campagne CPL (Cost per Lead): remunerazione basata sulla richiesta di preventivo/informazione (iscrizione a un form di registrazione, concorso)
- Campagne CPI (Cost per Install): remunerazione basata sull’installazione di un’app (mobile)
In ottica di analisi le campagne vengono valutate sulla base del CPA (Cost per Action) dove l’Azione può riferirsi a una delle attività elencate in precedenza. La sostenibilità di un attività a performance è determinata dal costo opportunità che ne deriva: il CPA obiettivo deve essere sostenibile per l’azienda e allo stesso tempo conveniente per il fornitore promuove i prodotti e servizi del cliente.
Vista da fuori un’attività a performance sembra la soluzione definitiva per entrare nel mondo dell’advertising online: nella pratica ci sono diverse variabili da tenere in considerazione quali la tipologia di prodotto/servizio da promuovere, il brand, l’analisi dei competitor, eccetera.
In tempo di crisi il performance marketing rappresenta sicuramente un servizio interessante da valutare tenendo sempre in mente che occorre dedicare tempo e risorse per ottimizzarlo al meglio.