Chi ha in mano la gestione SEO di un sito sa che ci sono attività di ordinaria amministrazione (come la costante ottimizzazione di testi e le verifiche periodiche) e attività considerabili di straordinaria amministrazione. La migrazione di un dominio rientra certamente tra le attività considerate straordinarie e può causare problematiche se non si procede con calma e seguendo meticolosamente dei passaggi precisi.
Ciò che vi propongo oggi sono delle linee guida divise in tre parti (pianificazione, implementazione e monitoraggio) che permettano di migrare un dominio senza penalizzarne il posizionamento raggiunto. Procediamo per gradi.
Perchè migrare un dominio?
La decisione di migrare un intero dominio, di solito viene ponderata per diversi motivi:
- verrà utilizzato un dominio più rilevante per l’attività trattata
- si vuole geolocalizzare il dominio utilizzando il primo livello della nazionalità di appartenenza
- si vuole rendere il dominio più autorevole utilizzando un .com
Indipendentemente da questa decisione, la migrazione del dominio vera e propria prevede cambiamenti radicali su molteplici fronti. Ci sono modifiche che si raccomanda di non eseguire in modo parallelo, ma procedendo singolarmente (cambio di piattaforma, lingua o CMS, stravolgimento della struttura, rivoluzionamento del design o dei contenuti). Vi sono poi modifiche sistemistiche alle risorse da apportare solo se strettamente necessarie (varazione del piano di hosting). Un’analisi importante, invece, sarà quella della storia del dominio: età, autorità, backlink, contenuti indicizzati e precedenti proprietari.
Pianificazione della migrazione
- Configurazione: identificare le impostazioni del sito, le sitemaps, i link, i robots ed eventuali problemi riscontrati in Google Webmaster Tools.
- Organizzazione: creare una sitemap del sito costruendo una lista gerarchica di tutte le pagine e dei contenuti digitali.
- Crawling: verificare quali sono i contenuti bloccati e quali sono le pagine che restituiscono errori 404 quando richieste.
- Indicizzazione: identificare quanti e quali contenuti sono stati indicizzati (pagine, foto, video e pdf) per ciascuna area del sito.
- Posizionamento: verificare il posizionamento raggiunto da ciascuna pagina con le relative keyword.
- Traffico: recuperare tutte le informazioni relative al traffico sul sito (visite, conversioni, frequenza di rimbalzo e altro).
- Link: elencare i link interni ed i backlink (considerando anche sorgente, numero e anchor text) delle pagine.
La pianificazione porterà ad avere come risultato finale una lista di pagine tra le quali saranno facilmente individuabili quelle più importanti a cui associare gli URL del nuovo dominio.
Implementazione della migrazione
- Preparazione: programmare e testare i redirect 301 per ciascuna pagina (compresi i contenuti multimediali) dal vecchio dominio a quello nuovo.
- Protezione: bloccare gli spider dei motori di ricerca utilizzando il file robots.txt.
- Pubblicazione: pubblicare il sito con tutti i nuovi contenuti sul nuovo dominio.
- Verificare: seguendo la lista delle pagine, partendo da quelle più importanti, controllare il loro funzionamento e che siano effettivamente linkate nel sito.
- Apertura: disabilitare la richiesta di autenticazione per accedere al nuovo domino.
- Redirect: implementare i redirect 301 per tutte le pagine dal vecchio al nuovo dominio.
- Controllo: verificare, partendo dalle pagine con priorità più alta, che il redirect 301 funzioni correttamente.
- Allow: eliminare il blocco dal file robots.txt in modo da permettere l’accesso agli spider dei motori di ricerca sul nuovo dominio.
- Configurazione: registrare e configurare il nuovo dominio su Webmaster Tools.
- Informazione: informare Google dalla console di Webmaster Tools che è stato cambiato il dominio.
- Crawl: selezionare “Fetch as GoogleBot” in Google Webmaster Tools per indicizzare le pagine più importnanti del nuovo dominio.
- Indicizzazione: generare la sitemap.xml del nuovo dominio ed comunicarlo in Google Webmaster Tools.
- Aggiornamento: modificare i link esterni in modo che puntino al nuovo dominio.
- Link: creare nuovi link esterni alle pagine più importanti del nuovo dominio.
Monitoraggio della migrazione
- Crawling: controllare regolarmente da Google Webmaster Tools che non siano restituiti errori dagli spider.
- Indicizzazione: confrontare il livello di indicizzazione di diverse zone del nuovo dominio (dovrebbe crescere) con quelle del vecchio dominio (dovrebbe decrescere).
- Posizionamento: tracciare costantemente il posizionamento raggiunto e controllare la coerenza tra keyword e URL.
- Traffico: monitorare il volume di traffico organico ed il comportamento degli utenti paragonato al vecchio dominio.
- Conversioni: controllare i volumi di conversioni per ciascuna keyword e pagina.
- Linking: verificare quali tra i più importanti link esterni ancora puntano al vecchio dominio e chiedere se possono essere aggiornati.
- Controllo: mantenere sotto controllo il vecchio dominio e i redirect 301 almeno finché non sarà più indicizzato, non genererà più traffico e non riceverà più link esterni.
Traduzione liberamente ispirata dal post di Aleyda Solis su moz.com.