Anche le e-mail inquinano l’etere. Apparentementi privi di conseguenze, ecosotenibili, i messaggi di posta elettronica sono in realtà dannosi per l’ambiente: basti pensare che con l’invio di 8 messaggi virtuali si producono quantitativi di anidride carbonica e gas serra pari a quelli di un’automobile che percorre 1 km.
Dagli uffici tonnellate di CO2
L’agenzia francese dell’energia e delle materie rinnovabili Ademe ha elaborato una ricerca sull’impronta ambientale di tre tra le pratiche più comuni: l’invio di e-mail, la ricerca online e l’impiego di chiavi USB. Ademe ha analizzato l’intero ciclo di vita di queste attività utilizzando 18 indicatori ambientali. Prendiamo ad esempio un singolo messaggio da 1 Megabyte: che lo crediate o meno, da solo produce 19 grammi di anidride carbonica. Se applicata ad un periodo di lavoro di un anno, la statistica ci direbbe che un impiegato da solo produce 13 tonnellate di CO2. Un valore che non può lasciare indifferenti.
Pochi accorgimenti per internauti rispettosi
Ma passiamo all’analisi delle cause. La produzione di emissioni nocive va collegato all’utilizzo dello strumento fisico, il computer. Il servizio mailing, dall’altra parte, dipende da centinaia, migliaia di server sparsi in tutto il globo. Macchinari che funzionano sempre a corrente. Dall’agenzia arriva un elenco di consigli: limitare il numero di e-mail con allegati, il numero di destinatari, e il tempo di conservazione dei messaggi; focalizzare le ricerche utilizzando keywords appropriate. Se messe insieme, tutte queste operazioni, permetterebbero a ogni utente di risparmiare cinque chili di CO2 l’anno.