Questa settimana, grazie a Linkedin, ho riflettuto su un argomento che vorrei proporvi. Linkedin, per chi ancora non lo conosce, è un social network che nasce con l’intento di creare e sviluppare contatti partendo dalla propria esperienza professionale che è palesata alla community. Ti presenti auto-referenziandoti grazie al tuo bagaglio lavorativo: nome dell’azienda per cui hai lavorato con tanto di segnalazione da parte di colleghi o ex-colleghi che raccomandano il tuo profilo. I numeri di Linkedin crescono costantemente, così come le applicazioni e le implementazioni ad esso associate. Proprio di oggi la notizia che dopo solo 1 anno dal lancio ufficiale, Linkedin Italia ha raggiunto quota 4.000.000 di utenti.
Arriviamo al punto: stavo navigando all’interno di questo social (ricordate? Prima di tutto bisogna essere utenti ;-)) e ho chiesto ad alcuni professionisti coi quali volevo entrare in contatto di “linkarsi” al mio profilo. Mi è apparsa la classica schermata persone che potresti conoscere, un’opzione che suggerisce eventuali nuovi contatti già presenti sul social. La grafica di questa finestra è pulita e chiara: foto, nome cognome e job description ovvero quella piccola descrizione che dovrebbe riassumere in modo chiaro ciò che fai. Se, infatti, Linkedin nasce con l’intento di creare una rete di professionisti, è anche vero che è interessante interagire sia con collaboratori/colleghi, sia con eventuali nuovi referenti per lo sviluppo della propria carriera.
Ecco. Qui casca l’asino… o meglio, qui casca la Rosa! Scorrendo i nomi proposti in questa finestra, ho verificato che non conoscevo nessuno direttamente ed è stato quindi naturale soffermarmi sulla posizione lavorativa di queste persone. Ho iniziato a leggere, ma dopo qualche nome ho avuto la percezione che qualcosa non mi fosse chiaro: la mia ricerca si era fermata. Hanno iniziato a rimbalzarmi in testa alcune domande: sono solo io, o capita anche a voi di non capire subito che lavoro fanno i vostri contatti (o potenziali contatti)?
La job description, non dovrebbe chiarire fin da subito in modo inequivocabile la mansione di un professionista? Queste definizioni che spesso presentano termini inglesi e che a volte sono molto generiche o fantasiose, ci aiutano a referenziarci? Invitano a leggere il nostro profilo oppure sono talmente originali che chi legge e non comprende subito il lavoro che svolgiamo cambia strada? Considerando che non sono una guru, ma un’utente come tanti altri che sperimenta, i dubbi si sono trasferiti alla mia esperienza personale: e se la stessa cosa capita anche a chi vorrebbe contattarmi? La descrizione Communication manager chiarisce veramente ciò che faccio?
Dubbi virtual o real?
Lo stesso capita negli eventi real: ti consegnano un biglietto da visita, leggo e spesso la mia domanda è “…ma precisamente di cosa ti occupi?”. Qui non si tratta di non sapere cosa significhi “web”, “content”, “digital” o “strategy” e sono assolutamente convinta che una job description in inglese possa essere utile, ma spesso ho la sensazione che si voglia complicare qualcosa che potrebbe essere ben più semplice, o meglio che sia un aspetto sul quale a volte non si pone la giusta attenzione. Se un social network serve innanzi tutto per creare interazione, coinvolgimento e il presupposto di Linkedin è quello che io dovrei essere contattata per il lavoro che svolgo, il potenziale contatto non dovrebbe essere obbligato ad andare a leggere il mio profilo completo per capire qual è la mia attività.
Un elenco su cui ragionare
Per approfondire, ho fatto un piccolo giochino copiando la job description di alcuni miei contatti (non me ne vogliano) e di alcuni potenziali contatti suggeriti da Linkedin. Ve li riporto in ordine alfabetico:
- Account Executive
- Advertising Manager
- All-line advertiser
- Art Director
- Blogger
- Brand manager
- CMS specialist
- Co-founder CEO
- Copywriter
- Communication consultant
- Communication Manager
- Communication design
- Community Manager
- Consulente di comunicazione – strategie digitali –
- Consulente SEO
- Consulente Web
- Consulenza Social Media
- Content Manager
- Contributor
- Coordinator
- Coordinatore Master online
- Creative strategist
- Developer & Community manager
- Digital Communication
- Digital editor
- Digital Public relations
- Digital project Manager
- Digital strategist
- Editor in Chief – Blogs paper
- Grafica creativa
- Head of Communication
- Ideatore
- Marketing assistant
- Online Marketing Manager
- Owner
- PR Manager
- Product Manager Online
- Responsabile Area Digital
- Responsabile di redazione
- Senior graphic designer
- SEO Specialist
- Social Media Architect
- Social Media consultant
- Social Media creative strategist
- Social Media Director
- Social media manager
- Social media marketing consultant
- Social Media Planner
- Social Media Strategist
- Social Media trainer
- Strategie di marketing on-line
- Strategy Director
- Sviluppo web
- Uffico Comunicazione
- Visual graphic designers
- Web Adverising Manager
- Web communication
- Web consultant
- Web content manager
- Web designer
- Web editor
- Web marketer
- Web marketing consultant
- Web marketing manager
- Web marketing/communications
- Web writer
- Webmaster
Sono molte le analisi che si potrebbero fare. Ve ne propongo qualcuna veloce? Su sessantasette job description solo sette sono in italiano e l’aspetto interessante è che appartengono ad alcuni professionisti che io considero TOP nel mondo dei social media. Questo mi ha fatto ragionare: io che ho un target principalmente italiano, ho la reale necessità di descrivermi in inglese? Banalità? Per me no. Continuiamo? Alcuni definiscono il proprio ruolo in azienda, altri ruoli di amministrazione. Alcuni si definiscono col nome dell’ufficio in cui lavorano (stile vecchia azienda anni ’80). Ma, chiedetevi, tu “nome e cognome” sei un “ufficio” oppure hai una determinata mansione che ricopri in un ufficio?. Alcune job description sono veramente molto generiche e se scorrete la lista spesso sembrano forzatamente fantasiose.
Attenzione! Non sto dicendo che non sono descrizioni vere o che una persona non si debba sentire libero di descriversi come vuole, cercate di capire il mio ragionamento che non vuole essere offensivo per la professionalità di nessuno. I miei dubbi nasconono, ripeto, più dalla possibilità di contatti che la descrizione della propria professione potrebbe o meno generare! Quello che sto cercando di capire (io per prima) è se, il modo con cui noi tutti ci auto-descriviamo sia o meno veramente utile a chi non ci conosce. Un professore è un professore è chiaro quale sia il suo lavoro, ma (in modo provocatorio) vi chiedo: un Creative strategist, cosa fa di preciso? E un Communication design? È forse un grafico che può aiutarmi a sviluppare la mia immagine coordinata oppure è un Web designer? Che differenza c’è tra un Social Media manager e un Social Media Architect? Uno è più teorico, l’altro è più tecnico e quindi si occupa di strutture e tecnologia? E tra un Copywriter e un Web writer c’è differenza? E infine, Communication manager, descrive ciò che è Rosa?
Ecco, io lo chiedo a voi perché voglio capire insieme se e quale sia la strada corretta da percorrere. Che ne dite? Nel #futurosemplice c’è spazio per job description più o meno fantasiose?
A presto!
Rosa