Che Google privilegiasse i siti mobile friendly era noto da tempo, ma ora è Moovweb a confermarlo e a rilevare che la prima pagina del motore di ricerca di Mountain View è dominata da siti accessibili senza difficoltà tramite un dispositivo mobile, smartphone o tablet che sia.
Va detto che già da qualche mese – e più precisamente dal 21 aprile 2015 – Google ritiene un fattore di ranking l’etichetta mobile friendly che associa ai siti, avendo modificato il proprio algoritmo. Insomma, il motore di ricerca ha deciso di favorire tutti i siti caratterizzati da una struttura semplice da navigare non solo con il computer o con il notebook, ma anche con iPad, iPhone e concorrenti.
A differenza di quel che era accaduto in precedenza, però, quando gli aggiornamenti periodici degli algoritmi erano sempre circondati da un alone di mistero, questa volta Google ha deciso di definire in maniera limpida e cristallina, senza possibilità di fraintendimenti, i requisiti necessari affinché un sito abbia la possibilità di vedersi assegnata l’etichetta.
Moovweb, quindi, ha voluto studiare e prendere in esame il reale impatto che una definizione di mobile friendly ha nei confronti del sito relativo. Nella sua indagine sono state analizzate più di mille parole chiave che hanno a che fare con l’ecommerce in settori diversi come il turismo, la sanità, i mezzi di trasporto, il retail, il settore assicurativo e l’educazione. Dopo che le parole chiave sono state identificate, si è andati a cercare gli URL presenti nei primi dieci posti, dalla fine di aprile all’inizio di giugno, dei risultati di ricerca da mobile, in modo tale da accertare se i risultati in prima pagina fossero muniti o meno dell’etichetta mobile friendly.
I risultati sono stati piuttosto prevedibili, nel senso che il 77% dei siti presenti il prima pagina aveva il tag “mobile-friendly”: in pratica, quasi otto su dieci hanno l’etichetta. Nel corso delle sei settimane il risultato non ha subìto cambiamenti, ma il dato più interessante che è emerso dall’indagine è che la presenza del tag era maggiore in percentuale per parole chiave specifiche connesse con un determinato settore, a dimostrazione che solo alcuni settori sono sensibili alle variazioni di Google. Per esempio, si è notato che i primi dieci risultati di ricerca per keyword connesse con il retail hanno segnato un 17% in più di tag mobile friendly rispetto ai primi dieci risultati di ricerca per keyword connesse con l’istruzione.
Risulta quasi superfluo mettere in evidenza, al giorno d’oggi, che il mobile rappresenta presente e futuro del web, anche perché la sua crescita non sembra essere sul punto di arrestarsi. Un report di Audiweb diffuso lo scorso dicembre permette di afferrare le dimensioni del fenomeno: in Italia, tra il mese di gennaio e il mese di dicembre del 2014 si è registrato un incremento del 20% dell’impiego quotidiano del web tramite device mobili. Inoltre, solo a dicembre sono stati 27 milioni e 800mila gli italiani che sono entrati su internet con uno smartphone, mentre quelli che l’hanno fatto con un tablet sono stati 10 milioni e 200mila. Non solo, nel 2014 sono stati 12 milioni e 700mila – in media – gli utenti che hanno fruito ogni giorno di internet tramite il pc, a fronte dei 15 milioni e 600mila che l’hanno fatto con uno smartphone o con un tablet. Questi dati spiegano molto bene il comportamento di Google.