In Italia purtroppo, siamo abituati a statistiche sempre meno confortanti per quanto riguarda il mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione secondo i dati forniti dall’ISTAT in settembre è pari al 12,3%, mentre in Francia si arriva ad un 10,3%. Perché questo confronto con i nostri “cugini” d’oltralpe?
Ebbene, secondo l’ultimo convegno della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli), inerente lo studio “Verso un mercato unico europeo dei sistemi digitali: effetto sulla competitività e ruolo della presidenza italiana dell’Unione”, dovremmo prendere esempio proprio dalla Francia. In tale nazione infatti internet è più diffuso che da noi in Italia: questo comporterebbe un incremento dell’occupazione. Verrebbero creati infatti 200.000 nuovi posti di lavoro per la popolazione che va dai 15 ai 64 anni. Metà di questi potrebbero servire solo per la fascia di età dai 15 ai 24 anni, debellando almeno in piccola parte il problema della disoccupazione giovanile.
Questi benefici tuttavia influirebbero anche in altri paesi dell’OCSE: se la diffusione di internet aumentasse del 10%, l’incremento occupazionale crescerebbe dello 0,44% , con particolare rilievo anche in questo caso per i più giovani. Internet quindi non distrugge, ma crea posti di lavoro: i dati che abbiamo a disposizione lo confermano. Secondo la ricerca di McKinsey & Co. infatti, solo nel Bel Paese, negli ultimi quindici anni sono stati creati 700.000 posti di lavoro inerenti al web. La diffusione di internet non porta solo occupazione per quelle professioni che sono direttamente collegate ad esso, ma anche per quelle “indotte”, che riguardano l’economia digitale.
Un ultimo confortante dato è quello che attesta che in Italia, per ogni posto perso, sono stati creati 1,8 nuovi grazie al web e alle attività ad esso connesse. Internet e lavoro: ti sei convinto che la via da seguire è quindi quella di una maggior diffusione possibile di connettività nel nostro paese?