Tra i lavori che si possono svolgere tramite web, quello del Community Manager sembra essere uno dei più interessanti, anche in Italia. Ma come si è sviluppata questa professione nel nostro paese?
Secondo una ricerca eseguita recentemente dall’università di Salerno, con un sondaggio che ha visto chiamati in causa ben 300 Community Manager, questa professione è svolta maggiormente dalle donne (si parla di un 60% contro un 40% di colleghi maschi), che però risultano purtroppo ancora penalizzate dal punto di vista economico (1500 euro mensili contro i 1900 degli uomini). Solo il 15% dei Community Manager italiani sono del sud, mentre il 45% vive al nord e il 40% nelle regioni del centro.
Il settore in cui è maggiormente richiesta questa figura professionale è ovviamente quello della comunicazione e l’inquadramento contrattuale con percentuale più alta è quello del freelance (40%), seguito da un’assunzione tramite brand/azienda (con il 37%) e da un’agenzia esterna (23%). Questo fa sì che il percorso di studio più consono sia scienze della comunicazione, magari con corsi specifici mirati alla comunicazione digitale. Il Community Manager infatti, oltre alla creazione di content, spesso si occupa di creazione di eventi on-line, analisi di dati (come monitoraggio) e di interagire con una propria “comunità”, spesso utilizzando marketing non convenzionale.
Per quanto riguarda le attività sui social network, quello che viene usato più spesso è Facebook, seguito da Twitter e da Pinterest (in continua ascesa). La maggior parte degli intervistati, inoltre, dichiara di lavorare il media tra le 41 e le 50 ore settimanali (cioè full time). Il lavoro del Community Manager è perciò una professione da “tenere d’occhio”, poiché anche nel Bel Paese le possibilità di crescita, così come quelle occupazionali, sono buone.