Google Adwords: keyword regolari e keyword negative

Google AdWords rappresenta uno degli strumenti più utili per il web marketing delle aziende: conoscerne in profondità i segreti, le caratteristiche e le peculiarità più importanti costituisce, quindi, un modo per essere competitivi rispetto alla concorrenza.

Lo strumento per la pubblicità messo a disposizione da Mountain View si basa principalmente sulle parole chiave, o keyword: esse non sono altro che parole (o brevi frasi) che hanno lo scopo di far sì che gli annunci e le inserzioni siano abbinati a specifici termini di ricerca corrispondenti, e di conseguenza ai contenuti web (pertinenti con le keyword stesse) che vengono rintracciati dal motore di ricerca.

Un utilizzo ottimale ed efficace di AdWords prevede di individuare parole chiave di alta qualità – il che vuol dire il più possibile pertinenti – in maniera tale da riuscire a raggiungere in maniera precisa e mirata il target che si vuole “colpire”. Per fare un esempio, se un ristorante che prepara soprattutto specialità di pesce nelle proprie inserzioni utilizza come parole chiave “ristorante”, “cena” e “cucina” ma non “pesce”, è evidente che chi è intenzionato a gustarsi un pasto tra gamberetti, orate e cozze difficilmente giungerà su quegli annunci, poiché su Google tenderà a cercare “ristorante di pesce” o “cena a base di pesce”.

Risulta chiara, dunque, l’importanza di trovare keyword assolutamente in linea con i contenuti proposti e correlate ai servizi e ai prodotti offerti. Va detto, in ogni caso, che AdWords propone anche consigli, suggerimenti e idee per la creazione di parole chiave e di elenchi.

Se l’importanza delle parole chiave regolari è ormai nota anche ai meno esperti, vale la pena concentrare la propria attenzione anche sulle keyword negative, elementi indispensabili per fare sì che non vengano visualizzati gli annunci quando gli utenti eseguono ricerche proprio con quelle parole. Uno dei modi per fare rendere al meglio questi strumenti prevede di inserire non parole chiave negative a corrispondenza esatta, ma parole chiave negative a corrispondenza generica: le prime, infatti, escluderebbero unicamente le inserzioni che le comprendono perfettamente.

Le keyword negative a corrispondenza generica si rivelano particolarmente utili quando si è abbastanza sicuri del fatto che gli utenti potrebbero usare quelle keyword in maniera non corretta. D’altro canto, una volta messe a punto le parole chiave negative, è fondamentale prendere in esame gli utenti, per riuscire a individuare eventuali altre parole che potrebbero rendere attive erroneamente le inserzioni: per lo stesso motivo, è consigliabile provare a trovare un minimo comune denominatore in grado di legare tra loro tutte le parole chiave negative. Come si può facilmente intuire, il compito più difficile è quello di capire quali query di ricerca, pur ricevendo impressioni, non riescono a ricevere clic: in altre parole, bisogna scoprire cosa vanno a cercare gli utenti insieme con le parole chiave che fanno parte della campagna AdWords.

Ecco, dunque, che due consigli potenzialmente utili sono quelli che suggeriscono di fare riferimento alle liste generali di keyword negative che si trovano sul web e di realizzare un elenco di parole chiave negative che andrà inserito all’interno della libreria condivisa, in maniera tale che, ogni volta che viene realizzata una campagna nuova o si interviene su una campagna già esistente, sia possibile attingervi in maniera rapida e semplice.

Vale la pena di notare, in conclusione, che il ricorso a keyword negative permette di ottenere risultati molto significativi dal punto di vista del budget, e pertanto rappresenta un investimento indispensabile per la maggior parte delle aziende.

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