A Marzo Linkedin ha pubblicato alcuni dati riguardanti la propria situazione, in particolare sulla funzione endorsement che ha introdotto non più di sei mesi fa. Per chi non la conoscesse, questa funzione, che nel nostro profilo in italiano ritroviamo sotto la sezione Competenze ed esperienze, permette ai nostri contatti di confermare una competenza che noi stessi abbiamo inserito attribuendo ad essa un punto. Queste competenze, grazie al nuovo layout, hanno visivamente l’aspetto di tag: una volta che il nostro contatto clicca su questi tag, saremo avvisati e starà a noi decidere se pubblicare o meno questa sorta di “raccomandazione veloce”. Quando avremo acconsentito, a fianco della nostra competenza comparirà il numero di volte che abbiamo ricevuto conferma assieme a una miniatura della foto delle persone che si rendono così riconoscibili.
Ho chiamato volutamente questa azione “fast raccomandation” perché in effetti è un’evoluzione sintetica delle più ampie raccomandazioni che erano caratteristica di Linkedin. Linkedin dichiara che gli edorsement contribuiscano a rafforzare il nostro brand e supporta questa tesi confermando che chi le riceve ha possibilità 4 volte superiori rispetto ad altri di essere trovato e scelto. Gli iscritti a Linkedin nel mondo sono circa 200 milioni, su questi 58 milioni hanno ricevuto conferme per le loro competenze da parte di 18 milioni di utenti. Gli endorsement continuano ad aumentare e pare ce ne siano ormai più di 10.000. Linkedin ha così potuto stilare una top ten che ci restituisce la fotografia chiara e netta di un mondo che cambia, orientato al digitale e ai social:
- strategic planning
- customer service
- Microsoft Office
- project management
- recruiting
- public speaking
- new business development
- marketing strategy
- telecommunications
- social media
Endorsement e personal branding: una piccola riflessione personale
Anche io sto ricevendo con piacere e soddisfazione conferme per le mie competenze: questo in effetti ha fatto crescere quell’indicatore di Linkedin che a volte mette ansia, che ti conferma se il tuo profilo è o non è completo. Strano? A mio parere no e percepisco che Linkedin con questo meccanismo abbia voluto fare un po’ il furbetto impoverendo la qualità e la reale importanza che invece aveva la buona e vecchia “raccomandazione”.
In effetti, diciamolo onestamente, alla ricezione di conferme scatta un meccanismo tale per cui ti senti di dover ringraziare e contraccambiare. Le conferme le ricevi spesso anche da chi non ha condiviso un progetto di lavoro con te, ma che per la visibilità in rete, perchè ha stima, perchè vede i tuoi progetti si sente di darti un valore. Sicuramente questo scambio crea movimento tra le pagine e i profili ed è palese che sia stata una mossa per trovare un compromesso tra chi non aveva tempo o voglia di mettersi a scrivere e chi è ormai abituato alla politica social dei like.
Percepisco questa implementazione con un po’ di dubbi. Personalmente mi sono imposta di confermare o ricambiare solo chi, concretamente, ritengo valido e che veramente conosco. Questa scelta è necessaria perché dare il mio consenso e mettere la mia faccia a fianco di qualcosa o qualcuno che non è professionalmente valido, sarebbe un danno per la mia identità digitale e credo che sia proprio qui il nodo di tutta la questione. Torniamo quindi e nuovamente al discorso che la differenza non è nel mezzo o nello strumento social, ma nella persona che vive i social e che lo deve fare con criterio. E voi cosa ne pensate?
Che sia un #futurosemplice pieno di sincere conferme e professionalità!
Rosa