Una ricerca della University of California di Irvine ha dimostrato come in ambito lavorativo si venga interrotti ogni 180 secondi da nuove email, telefonate in arrivo, notifiche dei social network e altro ancora. Le nuove tecnologie che ci circondano dai computer agli smartphone sono il veicolo principale di queste continue distrazioni.
L’aspetto più interessante della ricerca è però la quantificazione delle conseguenze delle distrazioni sul lavoro che ci colpiscono: dei test di lettura con successive domande hanno evidenziato come chi è distratto riesce a rispondere correttamente al 20% dei quesiti in meno rispetto a chi è concentrato solo sulla lettura. Inoltre chi si distrae impiega il 17% di tempo in più a concludere la lettura del testo per ogni interruzione.
Tutti questi numeri hanno permesso di calcolare che le distrazioni sul posto di lavoro negli Stati Uniti costano circa 650 miliardi di dollari l’anno!
Per quanto riguarda l’argomento di punta, ovvero le email, è stato calcolato che ben il 28% della giornata lavorativa standard viene speso per rispondere a messaggi di posta. Considerando che in media nel 2012 venivano spedite 72 email al giorno da ogni dipendente, che nel 2013 sono state 100 e si prevede che nel 2018 si arrivi a 130 messaggi ogni giorno, la parte di giornata di lavoro dedicata alla comunicazione non potrà che aumentare.
Esistono soluzioni mobile che forzano la disconnessione dalla rete e dai social network per impedire agli utenti di controllare lo smartphone, come spesso accade, fino a 150 volte al giorno. Queste app stanno avendo un successo incredibile negli store.
Ci sono poi esempi di società che per “risparmiare il costo distrazioni” hanno preferito optare per soluzioni “zero email”. La casa automobilistica Daimler consente ai propri dipendenti di eliminare i messaggi ricevuti durante le vacanze. La società di servizi Atos ha eliminato completamente dall’inizio del 2014 le email per comunicazioni interne optando per un social network aziendale.
La soluzione ideale per tutti non esiste ma qualora non bastino l’autocontrollo per la sfera privata e soluzioni meno invasive dal punto di vista aziendale, si potrà tra non molto fare affidamento su soluzioni tecnologiche avanzate, come Melon (cuffie bluetooth che effettuano ElettroEncefaloGrammi per monitorare la corteccia prefrontale) per aiutarci a trovare la concentrazione evitando le distrazioni e come il progetto del MIT Brainput (basato sulla spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso) per indicarci quando le operazioni che stiamo svolgendo contemporaneamente sono troppe rispetto alle nostre capacità.
La tecnologia al servizio dell’uomo e non viceversa!