Con il termine retargeting si indica una strategia di pianificazione web marketing, nota anche come remarketing, attraverso la quale è possibile arrivare ai visitatori di un sito in un momento successivo alla visita, mentre stanno navigando su altri siti web.
In pratica, le campagne retargeting sono campagne display, il cui scopo è quello di incrementare in misura significativa il ritorno sull’investimento mirando a utenti che, per esempio, nel corso della visita al sito cominciano il periodo di conversione ma non lo finiscono. Di conseguenza, a tali utenti vengono mostrati annunci che presentano offerte specifiche riguardanti i prodotti visionati in precedenza.
Si tratta, dunque, di una tecnica di marketing che si basa sullo studio delle azioni e del comportamento degli utenti online, finalizzata a proporre loro gli adv più adeguati alle loro esigenze e più in linea con i loro gusti e i loro interessi. Tra i vantaggi che derivano dal ricorso a questa strategia c’è senza dubbio l’opportunità di creare degli annunci di retargeting personalizzati e su misura, in funzione delle specifiche necessità. Gli inserzionisti, per esempio, possono cambiare e gestire l’annuncio utilizzando un invito all’acquisto o una frase a effetto o una qualsiasi altra modalità che induca gli utenti che vedono per la seconda volta gli adv a cliccare.
I visitatori di un determinato sito possono ricordarlo con molta più facilità se lo visitano per due volte: la seconda volta, quindi, crescono le probabilità che gli utenti effettuino una conversione. Se è vero che il retargeting fa sì che il numero di utenti portati a cliccare sugli annunci aumenti del 3%, con una possibilità di migliorare la risposta che può arrivare a toccare il 400%, è altrettanto vero che esso deve essere “maneggiato” con cura.
Ogni sito che ha lo scopo di incrementare iscrizioni o conversioni potrebbe aver bisogno del retargeting, perché l’aumento del tasso di conversione dipende direttamente dal fatto che gli annunci display sono mostrati unicamente agli utenti che sono realmente interessati. Va notato, per altro, che la campagna remarketing può essere programmata mediante AdWords sulla rete display di Google o tramite servizi specifici come Criteo, AdRoll, eccetera. Il pagamento può avvenire per ogni vendita che viene portata a termine o per ogni clic che si riceve.
Non vanno sottovalutati, d’altro canto, i potenziali “contro” del retargeting: per esempio la visualizzazione più volte di seguito dello stesso banner da parte di un singolo utente potrebbe non essere particolarmente piacevole o rivelarsi addirittura irritante. Oppure una campagna retargeting rischia di mostrare a un utente un prodotto che ha già comprato su un altro sito, rivelandosi completamente inutile e ridondante.
C’è, comunque, un rimedio a questo inconveniente: rimuovere dalla campagna gli utenti che hanno già compiuto degli acquisti sul sito e cercare di ridurre la frequenza degli adv. Potrebbe rivelarsi una strategia vincente anche quella di eliminare l’utenza che non compie alcuna conversione nell’arco di trenta giorni.
Per tutti questi motivi, una campagna retargeting può garantire grandi risultati, ma al tempo stesso allontanare una parte dell’utenza: ecco, dunque, l’importanza di sapere maneggiare ogni strategia in maniera professionale e consapevole.