Al primo posto, nei piani dello staff di Facebook, viene la monetizzazione degli sviluppatori. Per questo motivo, dunque, meglio interrompere i rapporti con AdSense, il circuito pubblicitario di Google. Questa la decisione presa dal boss Mark Zuckerberg, che nei giorni scorsi ha reso nota la lista delle fonti autorizzate per la diffusione di pubblicità sulle pagine del social network. Come lecito attendersi, l’assenza di AdSense ha suscitato enorme scalpore. Una scelta che suona come un colpo basso da parte di Facebook, ma non si può escludere anche un rifiuto da parte di Google ne confronti delle nuove condizioni.
I dubbi degli sviluppatori
Anche Amazon ha scelto di seguire questa linea, non esitando di fronte alle nuove condizioni a tirarsi fuori dall’advertising sul social network di Palo Alto. Come in un effetto domino, è arrivata puntuale la reazione degli sviluppatori: in molti hanno protestato contro la mancanza di un sistema di advertising di alto livello, chiedendo il reintegro di AdSense. In assenza del servizio, infatti, gli sviluppatori trovano vincolati i propri guadagni a startup che non offrono sufficienti garanzie di successo.
Da soli è meglio
Secondo alcuni analisti, però, la mossa di Facebook potrebbe inserirsi all’interno di un piano ben definito: creare una propria piattaforma pubblicitaria, capace di competere con Mountian View. Tirando fuori dal cassetto,per esempio, il progetto AdSeed ipotizzato qualche anno fa.
Contatti adeguati e milioni di click
Al di là delle ipotesi, un dato è certo: Facebook intende espandere il proprio raggio d’azione, prova ne sono anche i flirt con Microsoft e Bing. Il social network dal canto suo può contare su una preziosa agenda di contatti con editori e advertiser. A favore di Facebook bisogna poi citare le decine di milioni di “Mi Piace” cliccati in tutto il mondo, uno strumento immediato ed efficace per conoscere i gusti, le preferenze, e dunque poter organizzare campagne pubblicitarie ad hoc per oltre 500 milioni di utenti.