Carta Italia e la tutela del Made in Italy nell’ecommerce

Il Made in Italy è motivo di orgoglio per il nostro Paese e da qualche mese è stato siglato un accordo per tutelarlo anche in ambito ecommerce. Il Consorzio Netcomm (che unisce più di 500 operatori ecommerce), il ministero dello sviluppo economico e Indicam (un istituto che si occupa appunto di anti-contraffazione), hanno firmato un’intesa che ha portato alla creazione di Carta Italia.

Per prima cosa, gli operatori di Netcomm si sono resi disponibili a monitorare e eventualmente di bloccare gli account che vendono prodotti contraffatti. I consumatori stessi possono segnalare oggetti che risultino non essere made in Italy, ma spacciati per tali. I titolari degli ecommerce potranno – dopo attente verifiche – prendere seri provvedimenti, in modo che nei loro siti questa merce non venga più venduta.

Per gli operatori più virtuosi inoltre è prevista l’assegnazione del sigillo Netcomm, una sorta di bollino di qualità, per quegli ecommerce che vendono prodotti originali garantendo anche altri requisiti minimi al consumatore finale.

Questo accordo risulta molto importante perché in Italia il giro d’affari mosso dalla vendita di merce contraffatta ha raggiunto dati allarmanti. Sul web è molto facile trovare prodotti spacciati per “Made in Italy” che non risultino essere tali: dai capi firmati ai prodotti alimentari, la lista è purtroppo fin troppo lunga.

La vendita di merce contraffatta online è svantaggiosa per il nostro Paese:

  • il prodotto spacciato per italiano non risponde ai requisiti che ci si aspetta;
  • si alimenta la concorrenza sleale di quei paesi che riescono ad immettere sul mercato prodotti molto simili a quelli made in Italy, pagando meno la manodopera e utilizzando materiale più scadente;
  • il consumatore finale, si sente “tradito”, insoddisfatto e sfiduciato, difficilmente acquisterà di nuovo sul web.

Personalmente credo che questo tipo di accordi tra il governo e le associazioni di settore siano molto utili, anche se non devono essere eventi “solitari”. Bisogna infatti puntare sempre alla salvaguardia delle aziende italiane e i loro prodotti sul mercato globale, che passa sempre più spesso per il web.

Condividi