Qualche giorno fa discutevo con un’amica sul concetto di influencer in rete. Cos’è un influencer? Lo dice la parola stessa: una persona che, grazie alla sua attività in rete, è seguita fedelmente da un numero consistente di follower e ne può quindi influenzare il pensiero. Sì, pare proprio così. Pare, perché a me, termini come influencer (che mi ricorda più che “influenzatore” il termine “influenza” legato ad un concetto negativo di malattia), oppure “guru” non sono mai piaciuti. Forse perché credo fermamente nelle potenzialità uniche e irrinunciabili di ognuno, forse perché la rete la vivo più come uno spazio libero in cui relazionarmi con input personali e non influenzabili da altri.
Certo, non posso nemmeno nascondere la testa sotto la sabbia. Una volta esistevano gli opinion leader e i trend setter, oggi ci sono gli influencer. Molti personaggi politici, comunicatori, social comunicatori, personaggi dello spettacolo o blogger hanno un seguito veramente corposo in rete, è quindi assolutamente plausibile pensare che molte persone ne siano affascinate acquisendo i loro pensieri e i loro atteggiamenti come modelli di comportamento. Ma questa capacità di influenzare gli altri, si può misurare?
Klout: ecco come ti calcolo l’influencer
Klout è un algoritmo, nato da una start-up finanziaria americana (dicono per circa 40 milioni di euro). Di fatto è un numero che può variare da 0 a 100 e che ha la pretesa di misurare la propria influenza sui social network. Una volta loggato al sito si possono infatti collegare tutti i social nei quali quotidianamente si opera e il gioco è fatto! Magicamente Klout misurerà ogni interazione, like, commento, tweet, attività di blog, foto su Instagram e contatto su Linkedin certificando, con un misero numerino, quanto vale la tua influenza a livello social. Più il numero sale più accedi ad alcune facilitazioni detti Perks commerciali cioè attività di promozione dedicate agli influencer, come ad esempio sconti o promozioni. Ma non è tutto: in America esistono discoteche o club che si basano sul Klout score per fare selezione all’ingresso del locale. Il Klout, per alcune agenzie di selezione, è diventato parametro per la selezione del personale e motivo quindi di esclusione per alcuni professionisti che non hanno un Klout score abbastanza alto. Un Klout superiore ad un certo numero può diventare mezzo per limitare l’ingresso a conferenze o per inviare inviti a eventi esclusivi. Ma Klout è o no sinonimo di (vera) influenza?
Klout: un algoritmo non potrà mai essere una persona!
Sì, io sono iscritta a Klout, ma personalmente lo vivo più come un gioco: più me ne dimentico più sale. Ho ricevuto qualche Perks, ma ad oggi non sono stata selezionata da nessuna agenzia o invitata a qualche evento perché ho un Klout superiore a “x”. Molto si è già scritto su questo argomento, su come far salire questo numero con escamotage più o meno furbetti. Ne volete sapere uno? I classici “trenini” di Twitter: messaggi che contengono molti account ai quali porgi un saluto. Ognuno di essi risponderà al messaggio originale per una questione di cortesia. Ecco fatto: il gioco dei retweet parte e il Klout sale. Molte critiche alla gestione del Klout provengono dai limiti tecnici: ad esempio non puoi collegare un profilo utente di Facebook e una pagina, ma scegliere o uno o l’altro limitando di fatto una grande parte di attività on-line. O ancora, l’analisi è fatta su un periodo limitato di 90 giorni.
Ma la mia riflessione vuole essere un’altra. Probabilmente il famoso Klout indicherà il numero di interazioni più o meno furbette, più o meno spontanee: ma la qualità dei contenuti? Quante volte mi è capitato di leggere tanti tweet inconsistenti e rimanere affascinata da un singolo commento ragionato! Quante volte mi sono persa a leggere un post su un blog poco seguito perché fatto e scritto da persone alle quali non interessa essere o meno influencer, ma scrivere della loro passione. L’emozione che traspare, tutta questa richezza, me lo spiegate come potrebbe calcolarla un freddo e matematico algoritmo?
Avete capito che io non credo e non baso le mie scelte sul Klout, se qualcuno vuole valutarmi in base a un numero faccia pure. Ho riaperto il sito Klout oggi dopo più di un mese perché avevo in mente di scrivere questo post. Piacevole sorpresa vedere che lo score si è alzato, ma subito passata dopo la risata scatenata da qualcosa che conferma i miei ragionamenti. Vuoi sapere qual è stato il mio post più cliccato negli ultimi 90 giorni su Facebook e che quindi ha decretato l’aumento del mio Klout, facendo di me una vera (?) top-inflencer dei Social, esperta, professionale punto di riferimento della rete (e chi più ne ha più ne metta)? Et voilà:
Stai ridendo? Io l’ho fatto! Le immagini parlano da sole no? Ora è chiaro quanto (poco) vale il Klout-concetto? A questo punto: ancora auguri papi dalla tua Rosa (che grazie a te ha un Klout 69).
Buon #futurosemplice fatto di qualità, emozioni e meno razionalità.
Rosa