La SEO è una tematica sempre spinosa da affrontare. C’è chi sostiene che le pratiche SEO siano inadeguate e, a volte, antiquate rispetto alle necessità di posizionamento reali di un portale e alle innovazioni introdotte dai motori di ricerca. C’è anche chi si lamenta di budget troppo ridotti destinati alle attività di ottimizzazione e chi si spaccia come SEO pur non sapendo di cosa tratti l’argomento.
E quest’ultimo punto è forse il peggiore di tutti: ci si affida a presunti professionisti che spillano soldi dalle tasche dei clienti ignari e non ottengono nessun tipo di risultato.
Il motivo di questa grande confusione è anche l’alone di mistero che avvolge le pratiche SEO. Chi non conosce o non comprende questo settore, è portato a pensare che dietro a un’ottimizzazione SEO vi sia una qualche alchimia nota solo a pochi eletti e si affida così, quasi casualmente, al primo pseudo-professionista che promette la conquista della prima posizione nel motore di ricerca e la sconfitta della concorrenza sul web.
L’ignoranza, nel senso buono del termine, rappresenta il fattore su cui molti SEO giocano per cercare di convincere i clienti con promesse campate in aria. D’altra parte, a volte, è la stessa cocciutaggine dei clienti che non lascia scampo ai SEO, che si ritrovano a compiere azioni che non porteranno ad alcun risultato.
Per evitare che vi facciate prendere per il naso o che mettiate con le spalle al muro il vostro consulente SEO con richieste assurde e prive di significato, ho pensato di riportarvi un elenco di 10 idee SEO, indicando quali devono essere conservate e quali, invece, devono essere rigettate una volta per sempre.
Le 5 bugie SEO a cui non credere nel 2015
1. La SEO è una pratica magica nota a pochi eletti – FALSO
Questo è il primo mito sulla SEO che deve assolutamente essere lasciato alle spalle nel corso del 2015. Impara quindi a discernere i professionisti SEO reali da quelli fasulli anche sulla base di chi fa sembrare la pratica un’alchimia di cui non si può dare conto. In realtà, i motori di ricerca si basano su algoritmi specifici e gli algoritmi non sono altro che matematica. Per quanto gli algoritmi di ranking in Google e in altri non siano noti, questi possono essere sempre interrogati e si possono effetturare dei test specifici per capire cosa funziona nel posizionamento e cosa no. Se c’è un errore nell’ottimizzazione SEO e chi se ne occupa cerca di dare la colpa al caso o a Google, forse è necessario trovare riscontro in qualche altro professionista.
2. La SEO è una pratica economica – FALSO
Se cerchi di economizzare sull’ottimizzazione SEO, i risultati che ne otterrai saranno scarsi. Non voglio dire che devi ipotecare tutti i beni che possiedi per accedere a un professionista serio, ma devi sapere che la SEO non è una pratica economica.
Arruolare un SEO non significa lavorare con una persona che inserirà dei tag da qualche parte nelle tue pagine, individuerà alcuni link e lancerà sul tuo profilo Twitter alcuni cinguettii. Questo non è un SEO. Un professionista analizza il settore di competenza del tuo business, individua le carenze del tuo sito anche dal confronto con la concorrenza, pianifica delle azioni marketing e di posizionamento specifiche ed espleta una serie di incombenze che hanno come obiettivo l’incremento del traffico sul tuo sito. Tutto questo “gran da fare” non può essere compatibile con un costo irrisorio.
3. La SEO e le azioni di link building sono morte – FALSO
Chi sostiene che la SEO sia morta e che le attività di link building siano inutili, forse non ha capito molto riguardo al posizionamento dei siti sui motori di ricerca. La ricerca organica è ancora una delle principali fonti di traffico da cui gli utenti possono raggiungere il tuo sito, anche da mobile. Non interessarsi alle ottimizzazioni SEO equivale a perdere quella parte più preponderante del traffico che permette di mettere le ali al tuo business online.
4. La SEO viene svantaggiata dal guest blogging – FALSO
Un intervento di Matt Cutts relativo alle al guest blogging per scopi SEO ha fatto credere che questa attività sia da rifuggire. Un’interpretazione alquanto estrema di una giusta denuncia di Cutts, che voleva semplicemente sottolineare come Google punirà tutti quei blog che sono creati appositamente per manipolare i risultati della ricerca e vengono riempiti di contenuti in guest blogging di bassa qualità con l’unico intento di guadagnare dei link in modo non proprio ortodosso. Questo non significa che compiere guest blogging con l’intento di acquisire autorità agli occhi del tuo target sia deleterio.
5. La SEO viene avvantaggiata dall’abbondanza dei link interni – FALSO
Fino a poco tempo fa, si credeva che i collegamenti interni tra le pagine del medesimo sito fossero importantissimi ai fini del posizionamento della pagina stessa che conteneva i link e delle pagine linkate. Per quanto questa pratica sia ancora diffusa, in realtà questo fattore è uno degli ultimi fra quelli inclusi negli algoritmi di ranking. I link interni devono comunque essere presenti nelle pagine, a patto che questi non siano sovrabbondanti, ma in numero utile a una migliore comprensione della tematica trattata.
A questo punto, ti do appuntamento al prossimo post, per scoprire quali verità SEO devono persistere nel corso del 2015. Stay tuned!