Da una parte la net neutrality, dall’ altra la preparazione di una legge sulla sicurezza delle reti e delle informazioni. Due sono i fronti che la Commissione europea intende affrontare, attraverso delle consultazioni pubbliche che coinvolgendo tutte le parti interessate permettano di offire maggiori garanzie ai consumatori in termini di scelta e trasparenza per salvaguardare il più possibile una sana concorrenza dentro la rete.
Nel nome della trasparenza
Il dibattito, del resto, è fervente. Si sente la necessità di preservare la natura aperta e neutrale del web, toccando questioni quali la gestione del traffico internet, la privacy, la trasparenza riguardo le reali prestazioni delle connessioni rispetto a quanto pubblicizzato dai fornitori del servizio e la possibilità di cambiare operatore. La consultazione Ue apre le porte a tutti: operatori, fornitori di contenuti e applicazioni, produttori di apparecchiature, investitori, autorità pubbliche, consumatori e associazioni. Aperta fino alla metà di ottobre, questa raccolta di opinioni sfocerà in una proposta legislativa sulla sicurezza delle reti e delle informazioni che sarà un elemento centrale della prossima strategia Ue sulla cyber sicurezza.
Offensive dal potenziale catastrofico
Le misure, del resto, sono quanto più necessarie. Nel 2011, gli attacchi web-based hanno registrato un +36% rispetto al 2010, e tra il 2007 e il 2010 il numero di aziende che hanno subito intrusioni è cresciuto di 5 volte. E i rischi, così almeno è emerso nell’ultimo World Economic Forum, non possono che aumentare: un serio collasso dell’infrastruttura informatica – causato da un evento naturale, da un problema tecnico, ma anche da un attacco con fini terroristici, politici o di spionaggio industriale – potrebbe costare fino a 250 miliardi di euro, e c’è fra il 10 e il 20% di possibilità che questo accada nei prossimi 10 anni. Nel caso in cui ciò dovesse verificarsi, le conseguenze si ripercuoterebbero sul sistema socio-economico, la finanza, la sanità, le reti energetiche e dei trasporti e finirebbero per minare la fiducia della gente nelle attività online.
Un esito che non si augura nessuno. Per questo si cerca di prevenire, con una legislazione che fortifichi le capacità di risposta a un eventuale attacco su vasta scala, che rafforzi le infrastrutture critiche e sia in grado di originare una ‘cultura’ della cyber sicurezza.