Nelle ultime settimane, l’argomento privacy è finito sulla bocca di tutti i soggetti del settore informatico: imprese, privati e istituzioni. Al centro dei dibattiti si situa l’E-Privacy Directive, la normativa istituita dalla Commissione Europea per tutelare i dati personali dei milioni di utenti web presenti nel Continente. Un provvedimento osteggiato dai player del mercato, che vedono nelle restrizioni un limite alle opportunità di business. Eliminare mail commerciali automatiche e cookies, e nel contempo introdurre richieste di consenso esplicito per ogni operazione telematica significa per gli investitori portare via tempo e fiducia ai potenziali clienti.
Prima l’utente, poi i cookies
Serve tuttavia chiarire meglio la situazione. I nuovi orientamenti – che diventeranno operativi nei prossimi giorni – distinguono più chiaramente tra i cookies innocui che i siti web possono utilizzare senza il permesso degli utenti, e i cookies per i quali i regolatori pretendono l’opt-in, il preventivo consenso dell’utente. In questa lista è probabile che rimangano i cookies utilizzati per tracciare la navigazione web, al fine di mostrare agli internauti annunci pubblicitari mirati. Dall’altra parte della barricata, i gruppi di pubblicità sostengono che esistano modalità meno invasive per informare gli utenti e per dare loro il modo di bloccare i cookies. Alcune società hanno pubblicato le loro regole e best practice su come comunicare agli utenti, ci sono poi dei siti web (come per esempio youronlinechoices.eu) che consentono agli utenti di rifiutare in fase di accesso i servizi di monitoraggio. Esistono inoltre soggetti che rovesciano la questione, sostenendo come le norme che interferiscono sul monitoraggio potrebbero danneggiare l’efficacia degli annunci pubblicitari sulla rete.
Si attendono segnali dalla governance
Il punto d’incontro sembra ancora lontano, anche perchè i poteri di applicazione effettiva restano ancora a livello nazionale. Allo stesso tempo, il significato di leggi e regolamenti su internet può risultare ambiguo dato che la tecnologia si evolve rapidamente. Serve un intervento chiarificatore da parte dei governanti europei, soprattutto per garantire le migliori prospettive alle vendite on-line. Alcuni siti e-commerce temono che la direttiva richieda di ottenere il consenso degli utenti preventivamente rispetto all’utilizzo dei cookies anche per le funzioni di base, come la selezione dei prodotti. Un opzione che chiuderebbe le porte a molti affari.