In Italia costa cara, davvero cara, la scarsa formazione a livello informatico della Pubblica Amministrazione. Ogni anno, a causa di questo problema, le casse pubbiche perdono ben 205 milioni di euro, il 12% della produttività. Questi i dati emersi dalla ricerca realizzata da Aica (Associazione italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico) in collaborazione con la Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi di Milano.
Un comparto del settore pubblico “obsoleto”
“Il costo dell’ignoranza informatica nella Pubblica Amministrazione Locale”: piuttosto emblematico il titolo scelto per l’indagine, che nelle sue conclusioni traccia la via da seguire: promuovere una migliore e più efficace alfabetizzazione informatica. Anche perchè, con i suoi 600.000 gli impiegati, la PA risulta il terzo comparto del settore pubblico italiano dopo l’istruzione e la sanità. Sette dipendenti su dieci hanno a che fare quotidianamente con un computer, tuttavia l’insufficente conoscenza delle regole che ne governano l’utilizzo determina perdite di tempo non indifferente: secondo lo studio per questo motivo se ne vanno circa 47 minuti di lavoro ogni settimana.
Servono 2 mld da investire nella formazione
Lo scarso “know-how” viene a costare ogni giorno circa un euro per ciascun assunto, al termine dei dodici mesi si arriva così a un totale di 205 milioni. Una tara pesante per i conti dello Stato, che se vuole migliorare il quadro dovrà investire in maniera massiccia sulla preparazione e l’orientamento all’efficacia delle PA. Sul piatto servono non meno di 2 miliardi di euro, ma i risultati si vedrebbero nell’immediato. “Sapere quali sono le reali capacità informatiche, fare formazione per colmare le lacune è essenziale – ha commentato a riguardo Rodolfo Zich, presidente di Aica – così come affidarsi per questo a modelli certificati e standardizzati in grado di assicurare in modo uniforme la conoscenza. Questo può dare alti ritorni anche con piccoli investimenti, come dimostrato dalla ricerca”.
I problemi tecnici non migliorano il quadro
A parziale discolpa dei dipendenti va ricordato che in alcuni casi le difficoltà sorgono per errori di progettazione e guasti. Nel 40% dei casi di chiamata all’assistenza clienti i problemi sarebbero associati a scarsa conoscenza, il 17% a effettivi guasti e il 26% a errori di progettazione dell’infrastruttura o negligenza degli specialisti nell’aggiornare i sistemi.