Facebook like button: la tendenza della condivisione di contenuti

Share on FacebookCon l’avvento dei Social Network abbiamo assistito ad una tendenza che ha portato gli utenti del web ad esprimere i propri gusti, le preferenze e le consuetudini in maniera sempre più semplice: la condivisione. Oggi voglio riprendere la mia serie di post analizzando il trend che ha portato milioni di utenti a condividere le proprie idee in modo differente rispetto al passato.

Analisi del trend

Fino a poco tempo fa (qualche anno) un’altissima percentuale di utenti gestiva un blog sul quale esprimere i propri pensieri e le proprie idee in modo più o meno articolato. Tanti utenti sentivano (e sentono) la necessità di poter condividere i propri post per vari motivi (mantenere aggiornati i propri amici, esprimere le proprie sensazioni, pubblicare materiale professionale, ecc…). Per realizzare un post (soprattutto se di qualità) è, però, necessario avere tempo da investire e volontà di sfruttare le proprie forze (magari dopo una giornata di lavoro)  per passare qualche ora davanti al computer.

I social network hanno sfruttato uno dei desideri primari di tutti noi: esprimere relazioni. Chiaramente, la relazione interpersonale ha un punto di origine: idee e pensieri. Tutti coloro che vogliono condividere un pensiero nel modo più semplice e veloce possibile possono ora farlo tramite i social network, basti pensare che Twitter mette a disposizione 140 caratteri.

Oltre che favorire velocità e semplicità di condivisione, Facebook & co. hanno offerto una spinta non indifferente nell’ambito della viralità dei contenuti. Facebook, il social network più utilizzato, ha introdotto, in particolare, alcune soluzioni tecniche, come il Like Button (soggetto di uno tra i miei prossimi articoli), che mixate con la sua ampia diffusione hanno modificato il nostro modo di agire sul web.

Il "Like Button" di Facebook per condividere ciò che piace agli utenti

Così, mentre “nell’era dei blog” se un utente voleva dire la sua opinione riguardo ad un fatto di attualità doveva spendere tempo per creare un post, ora può semplicemente condividere un articolo trovato su internet che corrisponda al suo pensiero. In questo modo l’utente guadagna un eccezionale risparmio di tempo e di risorse.

Chiaramente, a livello culturale, è facile realizzare che questa tendenza ci spinga ad usare sempre meno il cervello e a pensare in modo sempre più omologato. Inoltre sfruttiamo sempre meno le nostre capacità espositive in favore di un utilizzo passivo delle informazioni.

E quindi i blog?

Ho voluto essere particolarmente provocatorio parlando di “era dei blog” ed etichettandola quasi come conclusa; e invece, fortunatamente, non è così: i blog di qualità sono sempre tanti e dinamici. Le community sul web sono sempre più attive e i redattori di post sono sempre più specializzati in ambito settoriale.

In prima analisi abbiamo elaborato una conclusione un po’ pessimista che ci ha portato a dire che il trend in atto ci spinge ad essere sempre più omologati e a realizzare sempre meno pensieri personali. Una conclusione alternativa (per guardare il bicchiere mezzo pieno) potrebbe essere legata al fatto che ora sul web troviamo articoli e post sempre più precisi e credibili, di alta qualità e affidabilità. Si tratta, ovviamente, di un passo avanti nell’utilità del web che ha costituito una sorta di razionalizzazione tra i contenuti in internet.

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