Vendere all’estero: l’ecommerce in Francia

Dopo aver visto in un post precedente a quali elementi deve fare attenzione un portale ecommerce che voglia iniziare un’attività di vendita in Svizzera, parliamo oggi di un altro paese d’oltralpe ma, questa volta, all’interno dell’Unione Europea. Scopriamo quindi come vendere con il proprio ecommerce in Francia.

Vendere in Francia con il proprio ecommerce

La Francia essendo un paese UE deve recepire tutte le direttive che Bruxelles emana anche se alcune differenze con il nostro paese ci sono. La Francia, a differenza di quanto accade in Svizzera, tutela i consumatori limitando molto la libertà contrattuale dei rivenditori.

Per quanto riguarda gli ecommerce la legge prevede che la descrizione di un prodotto in una pagina del portale sia considerata un’offerta contrattuale vincolante. Questo potrebbe comportare un prezzo di un prodotto inferiore a quello ufficiale anche per un semplice errore di battitura durante l’inserimento.

Relativamente alle informazioni che una pagina prodotto deve mostrare, queste sono le stesse in tutti i paesi dell’Unione tuttavia il legislatore francese richiede che lo store online spieghi all’utente i dettagli delle disposizioni in materia di garanzia (termini e condizioni generali).

Esistono poi norme molto rigide riguardo agli sconti. Esistono norme dettagliate, in particolare sugli articoli in liquidazione, che prevedono anche multe decisamente severe.

Recentemente in Francia è stata modificata la norma che regola l’onere della prova relativamente alla presenza di un difetto alla ricezione della merce. Le norme UE considerano esistente il difetto già alla ricezione della merce se questo si manifesta entro 6 mesi e viene segnalato al rivenditore. La scelta del legislatore francese è stata quella di allungare il periodo a 2 anni. Questo è un notevole problema per i rivenditori che, per difendersi dai reclami degli utenti, dovranno provare, entro 6 mesi dalla segnalazione, che il problema si è verificato dopo la consegna dei prodotti. Questa tutela per i consumatori sembra a molti troppo difficile da rispettare per i rivenditori.

Oltre a questo in Francia si può fare reclamo per la presenza di difetti occulti. Questa volta però spetta al consumatore l’onere della prova. In questo caso il periodo di garanzia (2 anni) decorre dal momento della scoperta del difetto e non dall’arrivo della merce.

Infine le disposizioni in termini di lingua utilizzata. In Francia è obbligatorio l’uso della lingua francese. Una violazione è punita con multe importanti e può portare a notevoli svantaggi per i venditori. Ad esempio il consumatore può richiedere l’annullamento dell’acquisto dicendo di non aver compreso informazioni non scritte in francese.

Rivolgersi al mercato francese può essere un’ottima idea per un portale ecommerce. Si pensi che nel 2015 c’è stata una spesa media pari a 1500€ per acquirente e ci si aspetta una crescita del 10%!

C’è tuttavia una forte concorrenza da battere (34 milioni di venditori online) e norme molto rigide da rispettare. Tuttavia in ottica di espansione del proprio negozio online non si può pensare di trascurare i cugini d’oltralpe.

Diversi player del settore ecommerce in Francia (ad esempio diversi portali che propongono offerte esclusive in forma privata) vendono già in Italia. Cosa aspettiamo a fare il contrario?

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