Cos’è il codice sorgente di un software?

Il codice sorgente è il testo di un algoritmo di un programma. Il nome “sorgente” è dovuto al fatto che il codice rappresenta il punto di partenza di tutto il processo di esecuzione del programma. Va detto, per altro, che anche se in teoria il codice sorgente è scritto in un linguaggio di programmazione, ormai nella pratica si parla di codici sorgenti anche per indicare i linguaggi di markup o altri testi scritti non in un linguaggio di programmazione.

Dal punto di vista strutturale, il codice sorgente è una sorta di algoritmo risolutivo: il programmatore, attraverso un editor di testo che appartiene a un ambiente di sviluppo integrato, scrive il codice tenendo conto della sintassi e del lessico del linguaggio di programmazione a cui fa riferimento. I programmatori più esperti, in verità, non affrontano lo sviluppo e si occupano direttamente della soluzione algoritmica.

In generale, dunque, la scrittura di un codice sorgente è solo una fase nell’ambito di un processo molto più ampio: prima della scrittura vengono analizzati i requisiti; poi, il software viene strutturato in moduli. Ancora, è fondamentale il momento del debugging, a opera di un debugger, che si occupa di identificare i bug presenti nel codice e di risolverli. L’eventualità di bug rintracciati nel codice è più frequente di quel che si possa pensare: per questo il codice deve essere sempre controllato, e il debugging è un’operazione di cui non si può fare a meno.

Il codice sorgente di un software che viene scritto da un programmatore, pertanto, viene tradotto in linguaggio macchina dal compilatore: in questo modo il programma stesso può essere eseguito dall’elaboratore.

Perché un software già compilato possa essere corretto o modificato, è indispensabile disporre del codice sorgente. Un sistema operativo ha, evidentemente, un codice molto complesso, ma ci sono software che sono caratterizzati da codici ben più semplici e costituiti da pochissime righe. Il processo di compilazione non è reversibile, il che vuol dire che i comandi originali che sono stati scritti dal programmatore non possono essere decifrati. Tradotto in termini concreti, un programma può solo essere usato se non si conosce la sua sorgente, ma non modificato, migliorato o studiato. Certo, ci sono delle tecniche di reverse engineering, ma sono molto complicate e, nella maggior parte dei casi, non legali, in quanto violano brevetti.

I browser web consentono di visualizzare i codici sorgenti dei siti internet che si visitano:

  • Se si utilizza Internet Explorer non bisogna fare altro che aprire il menu Visualizza e fare clic sulla voce Origine: così facendo, in una nuova scheda viene mostrato il codice della pagina. La stessa cosa si può fare, adoperando Internet Explorer 10, con la combinazione di tasti Ctrl + U.
  • Nel caso in cui si usi Chrome, è sufficiente aprire il menu principale (quello rappresentato dalle tre linee orizzontali in alto a destra), fare clic sulla voce Strumenti e poi selezionare Visualizza sorgente. Sempre su Chrome, in alternativa si può accedere direttamente al codice aggiungendo sulla barra degli indirizzi la scritta view-source
  • Su Mozilla Firefox è necessario aprire il menu Firefox in alto a sinistra e poi fare clic su Sviluppo web: selezionando Visualizza sorgente pagine, si ottiene quel che si desidera. Anche in questa circostanza, con la combinazione Ctrl + U si velocizza la procedura (con Windows; per chi usa il Mac, invece, i tasti da schiacciare in contemporanea sono Command e U).

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