Cosa dobbiamo sapere rispetto alla scadenza del dominio internet? Cosa succede se non rinnoviamo in tempo, e come fare per non perderlo anche se non riusciamo a rispettare la data della scadenza?
A meno di non volersi disfare del proprio sito web per una ragione precisa, per uno sbaglio di strategia o per un cambio di rotta che taglia di netto col passato… nessuno vorrebbe mai perdere il dominio del proprio sit web.
Questo comporterebbe la perdita di traffico e del posizionamento raggiunto in SERP (Search Engine Result Pages), semmai sia stato raggiunto. Ma rappresenta anche un brutto biglietto da visita, un danno alla reputazione online, perché chi cerca e trova il sito, finisce su una pagina che avvisa della sua non disponibilità.
Inoltre, se non si rinnova entro un certo periodo di tempo, il dominio scaduto potrebbe tornare di nuovo disponibile sul mercato.
Perché succede di lasciar scadere il nome dominio
Dimenticare di rinnovare il dominio alla scadenza, è possibile? Bè, stando alle diverse casistiche, decisamente sì. Ma questo può succedere per tanti motivi, tra questi perché magari non si ricevono gli alert, ovvero le notifiche da parte del registrar o del provider dei servizi, presso il quale si è registrato il dominio del sito web.
A questo proposito, forse, è il caso di rivedere un attimo la scelta fatta, affidandosi a un partner di hosting più preciso nella gestione dei servizi. Quindi, prima di lasciarlo scadere, si potrebbe voler trasferire il dominio.
Un altro motivo è perché ci si dimentica, malgrado le notifiche, spesso succede quando siamo tartassati da tante email, o perché abbiamo più domini attivi con diverse società.
Il fatto è che se succede una cosa del genere, ovvero se per qualsiasi ragione salta il rinnovo alla data di scadenza, andando oltre un certo tempo, è possibile che per ripristinare il tutto, passato un certo periodo (variabile), si debba pagare una certa costo extra.
Ma prima di arrivare a questo esito, ci sono diversi fasi attraverso le quali passa il dominio. Vediamole tutte.
Come funziona il rinnovo del dominio del sito web
In genere al momento della registrazione, il rinnovo del dominio si imposta a cadenza annuale, ma è possibile anche scegliere un periodo più lungo, 2-3 anni, fino a un massimo di 5 o 10.
Come premesso, prima della scadenza dovrebbero arrivare degli avvisi per email da parte del registrar o del provider, di solito a partire dai 30 giorni prima della data di scadenza fino alla scadenza del dominio, sia nel caso in cui si sia scelto un rinnovo automatico, sia nel caso in cui il rinnovo sia manuale.
Nel caso del rinnovo automatico, di solito la notifica via email avvisa che avverrà la transazione per eseguire l’operazione.
Un’alternativa, poi, è il pagamento anticipato. Una soluzione che può risultare comoda per chi ha più domini all’attivo e non vuole rischiare di fare confusione.
Con le soluzioni del rinnovo automatico e del pagamento anticipato, il rischio di “perdere il treno” non sussiste.
Cosa succede se non si rispetta la data di rinnovo del dominio?
Oltrepassata la data di scadenza, in genere il registrar mette in stand-by il dominio, che perde il suo stato di OK/ACTIVE.
Digitandolo non sarà più raggiungibile, ma ancora gestibile all’interno del pannello di controllo del provider.
Da questo momento in poi, si entra in un percorso che prevede delle fasi durante le quali avvengono dei cambi di stato legati al rinnovo o meno del dominio internet.
Le procedure e i tempi per la gestione di un dominio – registrazione, rinnovo, trasferimento, cancellazione – possono variare e dipendono dal TLD specifico, e sono definiti dal registrar che gestisce quel TLD e che stabilisce le sue regole.
Per TLD (Top Level Domain) si intende il dominio di primo livello, ovvero la parte finale degli indirizzi web, come per esempio .com, .it, .fr, .uk, .eu, ecc.
In particolare, le procedure possono cambiare quando si tratta di ccTLDs, o Country Code Top-Level Domains. Ovvero i TLDs che sono specifici per un certo paese o territorio, formati dalle due lettere che rappresentano il codice del paese secondo lo standard ISO 3166-1 (.it, .fr, .uk).
Ogni ccTLD è gestito da un registro di dominio specifico del paese, che può stabilire le proprie norme e politiche in merito a chi e come può registrare un dominio sotto quel ccTLD.
Diverso è il caso dei gTLDs (Generic Top-Level Domains), come .com, .net, .org, ecc., che in genere non hanno requisiti specifici perché sono gestiti a livello internazionale.
Periodo di grazia (Renewal Grace Period)
Si chiama appositamente “periodo di grazia” proprio a indicare la fase in cui si trova il dominio, ancora recuperabile, e il lasso di tempo durante il quale si può rinnovare senza incappare in pagamenti maggiorati, ma solo pagando il prezzo standard.
Come accennato poco sopra, la durata di questo periodo può variare a seconda dell’estensione del dominio, e andare dai 10 ai 45 giorni, come nel caso del .COM.
Periodo del riscatto (Redemption Period)
Scaduto anche il periodo di grazia, si entra nel “Redemption Period” o Periodo del Riscatto, in cui si potrà ancora rinnovare il dominio a un costo aggiuntivo, ma solo entro un altro periodo di tempo che può andare da 10 a 180 giorni.
In attesa di cancellazione (Pending Delete)
Se lasciamo passare inosservato anche il periodo del recupero, dopo ancora 5 giorni, il dominio entra in questa ultima fase, ovvero quella in cui non è più rinnovabile.
Cosa succede ora? Il dominio torna allo stato di Available, ovvero disponibile, e dunque libero e acquistabile sul mercato.
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