Il cloud è al centro dello studio di Cisco, azienda californiana leader nella fornitura di apparati di networking. Secondo l’accurata indagine Global Cloud Index 2013-2018, la “nuvola informatica” sarà protagonista di un buon 76% del traffico datacenter totale da qui al 2018. Dato rilevante, visto che il traffico dati è destinato, sempre secondo questo studio, a triplicare nei prossimi 3 anni. Il compound annual growth rate infatti, è destinato ad una crescita del 23%, e arriverà a 8,6 zettabyte annuali nel 2018. Tuttavia assisteremo ad un’inversione di tendenza per quanto riguarda i carichi di lavoro dei workload. Entro il 2018 infatti il 69% sarà elaborato da cloud privato, mentre il restante 31% da cloud pubblico. Nel 2013 invece le percentuali erano più sbilanciate: a livello pubblico si è registrato un misero 22%, contro un sostanziale 78% dei dati elaborati privatamente.
In tutto il mondo si sta comunque prendendo coscienza dell’enorme potenziale del cloud e ben 109 nazioni, nel 2014, hanno soddisfatto i criteri per le reti fisse. Per le reti mobili invece, 52 paesi si sono dimostrati “cloud ready”.
Sempre secondo lo studio di Cisco, l’IoT, ovvero l’internet delle cose, potrebbe rivelarsi una fonte continua di dati per il cloud. Moltissime informazioni oggi non vengono sfruttate: basti pensare che un negozio della grande distribuzione genera dati per 10GB all’ora, e ne invia solo il 10%. In un prossimo futuro, il cloud potrebbe ricevere e utilizzare tutte queste informazioni per renderle accessibili, non solo per gli addetti al settore. Quando si parla infatti di Internet of Things, si prevede un miglioramento per la vita di tutti i giorni, soprattutto per quanto riguarda il risparmio energetico.
In futuro assisteremo ad una crescita esponenziale per il cloud, ma nel presente cosa sta succedendo? Proprio Cisco si è resa partecipe di un progetto che vede protagonista l’integrazione dei dati tra reti private, pubbliche e ibride. Questa strategia è attuata grazie a Open Stack. Cisco è perciò impegnata assieme ad altri partner, nella creazione di “Cisco Intercloud Fabric”, una piattaforma che permette a qualsiasi utenza di spostare dati e applicazioni ed interi workload tra molteplici cloud, siano essi pubblici o privati. Tutto questo mantenendo alti i parametri per quanto riguarda la sicurezza.
Sono infatti ancora piuttosto freschi, nell’immaginario collettivo, i ricordi degli scandali creati da alcuni cracker che avrebbero “rubato” delle immagini private dagli account iCloud di VIP. Sebbene sia stato precisato che tale violazione della privacy sia stata resa possibile da un bug presente nella piattaforma della Apple, quando si parla di dati condivisi, si diventa spesso timorosi. Siano essi foto private o workload con i quali lavoriamo quotidianamente.