Se entro la fine del 2015 sarebbero dovute partire le tariffe uniche per il roaming per tutta l’Unione Europea, il tutto è stato sospeso a causa del Telecom Package, un documento presentato al Consiglio dei ministri europei dal governo italiano (attualmente presidente della Commissione Europea), e del parere del BEREC, l’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche.
Telecom Package
Continua a far discutere il documento sul riassetto delle TLC europee presentato dall’Italia, che rinvierebbe l’abolizione del roaming a data da destinarsi, a discapito di chi viaggia spesso all’interno dell’Unione Europea.
Sembra che la delicata questione non metta d’accordo molti parlamentari europei. I motivi di disaccordo ovviamente riguardano i costi, che metterebbero forse in difficoltà le grandi compagnie telefoniche ed è probabilmente per tale motivo che il Parlamento Europeo sta arrivando ad una decisione sempre più lentamente. Alcuni parlamentari auspicano perciò ad uno slittamento ancora maggiore (superando il 2018).
Al momento perciò rimane assai lontana la speranza di poter navigare tramite mobile in qualsiasi paese europeo senza dover pensare troppo ai costi.
Il governo italiano ha confermato di voler passare la palla alla Lettonia, prossimo presidente in carica del Consiglio dell’Unione Europea. Insomma, sembra che l’Italia non abbia avuto infine, grande incisività (e nemmeno le idee molto chiare) di fronte a questo scottante argomento.
BEREC
L’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche ha rilasciato a dicembre il suo parare riguardante l’abolizione del roaming internazionale:
“Le analisi BEREC dei rischi e impatti delle proposte di ‘Roam like at home’ del Parlamento Europeo dimostrano che la rimozione dei sovraprezzi sulle tariffe di roaming attraverso l’Europa non sono attualmente sostenibili o fattibili in pratica”
Sembrerebbe sconsigliabile uniformare le tariffe per le chiamate, gli SMS e la connessione dati. Il BEREC infatti sostiene che ci siano troppe differenze a livello di operatori, utenze, costi, tariffe e modelli di consumo nei paesi europei. Difficile trovare un “punto di equilibrio” che non porti la situazione a discapito delle telco o dei consumatori finali.
Una proposta alternativa potrebbe essere quella di fissare un tetto massimo di traffico raggiungibile senza pagare un surplus, ma questo potrebbe andare a vantaggio di alcuni grandi operatori telefonici presenti in alcuni paesi e a discapito degli operatori più piccoli e delle start-up.
La dead line che la Commissione dell’Unione Europea ha stabilito per la revisione delle regole sul roaming è il 16 giugno. Ne riparleremo perciò tra qualche mese, sperando nell’approvazione di un nuovo documento, che dia il giusto peso alla Net Neutrality.