Sta sorgendo in provincia di Pavia il nuovo datacenter di Eni che sarà, una volta completato, tra i più tecnologici e i più attenti all’ambiente del mondo nonché il più grande d’Italia. Ciò che c’è di visibile sono solamente 6 torri, o meglio camini, di 400 mq di superficie e 31 m d’altezza dal suolo. Questi serviranno a convogliare l’aria in ingresso ed in uscita utile al raffreddamento delle 6 gigantesche sale server seminterrate.
Il progetto avrà un costo, ad opera completata, di 125 milioni di euro e sarà tra i più attenti all’ambiente di quelli realizzati finora in tutto il mondo. L’attenzione alla tematica dell’ecologia è infatti indispensabile oggigiorno dato che la spesa energetica è la principale per strutture di questo tipo.
La valutazione di efficienza energetica avviene mediante l’indice Power Usage Effectiveness (PUE) che indica quanti Watt servono per il raffreddamento per ogni Watt di energia utilizzato per il funzionamento dei server. La media italiana è tra 2 e 3. I risultati migliori sono ottenuti da Google con 1,12. Il datacenter italiano di Eni in fase di realizzazione è progettato per operare con valori PUE inferiori a 1,2, un risultato eccezionale se si considera la latitudine a cui opera (45°) a differenza, ad esempio, dei datacenter Facebook vicino al Circolo Polare Artico. Se si considera che le sale server a regime impegneranno 30 MegaWatt di potenza è molto facile intuire quanto il PUE (e quindi il raffreddamento) incida sui costi.
Il sofisticato sistema di raffreddamento degli oltre 7000 server presenti nel datacenter una volta concluso, sarà supportato da un sistema di condizionamento da “frigoriferi” ad alta efficienza e vasche d’acqua a 9°C per mantenere, anche durante le giornate più calde, la temperatura costante di 26°C (e non 21°C come spesso si pensa erroneamente!) all’interno delle sale server.
L’attenzione all’ambiente di Eni si riscontra anche nell’utilizzo di filtri riciclati per l’eliminazione delle polveri sottili dall’aria di raffreddamento grazie appunto a filtri provenienti dalle turbine delle centrali elettriche (dove diventano insufficienti), ma che possono essere utilizzati efficacemente per il condizionamento in questi contesti.
Infine, il datacenter Eni è rifornito elettricamente dalla vicina centrale elettrica: la più efficiente centrale elettrica italiana a metano (il combustibile fossile meno inquinante) a soli 500 m di distanza per evitare ogni dispersione. Il passo successivo sarà l’utilizzo di energie rinnovabili per rendere il datacenter completamente sostenibile.